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Che cos’è la negative SEO?

La Negative SEO è una attività volta a danneggiare la visibilità di un sito internet attraverso pratiche penalizzate da Google, così da renderlo meno visibile nei risultati di ricerca (o addirittura farlo sparire dalle SERP). Un’attività scorretta che mira a danneggiare il sito web di un competitore facendolo sprofondare nei risultati della ricerca.

Il filtro Penguin: alle origini della negative SEO

La Negative SEO di fatto comincia a diffondersi quando Google introduce un filtro per penalizzare quei siti internet che fanno uso scorretto della link building (spammando) denominato Penguin (aggiornamento annunciato da Google per la prima volta il 24 aprile 2012 e a partire da settembre 2016 integrato pienamente e direttamente nell’algoritmo principale di Google).

Google Penguin (una sorta di filtro anti-spam) serve a PENALIZZARE quei siti web che nel corso del tempo sfruttano la link-building (ottenere link che da altri siti web rimandano al nostro) per “manipolare in modo artificiale” i risultati della ricerca. Una sorta di filtro pensato da Google per migliorare la qualità dei risultati ed eliminare la possibilità di “spam”, proteggere la qualità dei risultati di una ricerca.

Penguin è un filtro che individua i link di bassa qualità (ad esempio su directory di scarso valore, oppure su progetti web che copiano contenuti in modo automatico da altri siti ecc.) e li penalizza fino a farli scomparire dalle SERP (risultati della ricerca).

Come viene fatta negative seo contro un sito internet?

Una delle attività “classiche” di negative seo è proprio quella di BOMBARDARE il sito bersaglio con migliaia di link “tossici” provenienti da altri siti web di valore nullo, siti spam, siti completamente fuori contesto rispetto al sito target così che Penguin penalizzi fortemente il sito bersaglio. Pensate ad un e-commerce e al danno che una simile attività potrebbe portare al fatturato dell’azienda.

Partiamo dal presupposto che, ancora oggi Google ama i link.

Il motore di ricerca si è sviluppato fin dalle origini sul concetto di link, questa la genialità di Google che a partire dal 4 settembre 1998 lo ha portato nel giro di pochi anni a diventare il motore di ricerca più utilizzato al mondo, il concetto stesso di page rank si basa sui link, sul loro numero, la loro autorità, la loro pertinenza.

Detta in maniera molto semplice (in realtà è molto più complesso) più un sito internet ottiene link in entrata da fonti autorevoli e in tema con il sito web più Google sarà portato a premiarlo.

Il filtro anti-spam Penguin si preoccupa di dare un peso “qualitativo” a questi link penalizzando quei backlink che provengono da siti di scarsa qualità (da siti spammer di scarso valore per l’utente).

Penguin nasce per evitare che le SERP siano invase da siti internet di bassa qualità. Posizionati solo per attività di link building molto spinte.

La negative SEO sfrutta in maniera negativa Penguin. Anche se devo dire, per esperienza diretta, che oggi Google è capace (il più delle volte) di riconoscere quando un sito internet è sotto attacco negative fatta tramite link di bassa qualità (ma non sempre e non in tutte le situazioni).

Google lo riconosce (e di conseguenza l’attacco di seo negativa diventa nullo o quasi) per esempio sulla base di:

  • autorità e anzianità del sito web e del dominio che lo ospita
  • qualità dei contenuti
  • qualità degli altri backlink che quel sito internet riceve.

Questo è bene dirlo per evitare “allarmismi eccessivi” 🙂

Non solo, Google ha messo a disposizione tramite Google Search Console, uno strumento che consente ai webmaster (e a i SEO) di disconoscere la paternità di un link.

Se quindi ho subito un attacco di negative seo posso tramite questo strumento (Rifiuta i link tramite Search Console) disconoscere questi link e difendermi quindi dall’attacco (fermo restando che, secondo me, google nella maggioranza dei casi è in grado di capire specie su siti internet che godono di buona reputazione e non sono siti nuovi quando è in corso un attacco di negative SEO). E’ comunque uno strumento utile come ultima ratio (personalmente nella mia carriera di consulente SEO, oramai senior, ho utilizzato questo strumento pochissime volte) magari su progetti che non godono di grande Trust agli occhi di Google.

Oltre alla link building negativa (e a Penguin). Le altre tecniche per fare negative seo

La così detta Google Bowling (di cui ho già parlato nei paragrafi precedenti) che consiste nel far arrivare al sito internet bersaglio migliaia di link da siti fuori tema (o addirittura siti di scarsissima reputazione agli occhi di google, o siti con malware, siti adult ecc.) a chiave secca (per chiave secca si intende un link testuale che contiene una parola chiave precisa, per esempio un link “hotel firenze” è un link a chiave secca) è la forma forse più comune di negative SEO, ma ce ne sono altre.

I redirect 301 possono essere utilizzati per fare negative SEO

Un redirect 301 è un reindirizzamento permanente da una pagina/url ad un’altra pagina/url.

Immagina di ricevere migliaia di 301 (o centinaia di 301) da siti di bassissima qualità, completamente fuori argomento rispetto al tuo o peggio da siti penalizzati, porno od altre schifezze, come reagirebbe il tuo sito nelle SERP?  Resta valido che, Google è in grado di capire quando è in corso un attacco di negative SEO di questo tipo, in particolare se rivolto contro un sito internet considerato di qualità e con un profilo di backlink naturali autorevoli!

Link da domini bannati da google

Tecnica che consiste nel bersagliare il sito da far penalizzare con link provenienti da siti internet a loro volta bannati dal motore di ricerca (e quindi giudicati da Google di scarsissima qualità).

Hacking e hijacking contro un sito internet per farlo penalizzare

Altre tecniche di negative SEOsono di fatto dei veri e propri attacchi al sito web” e quindi siamo sul piano dell’hacking o del hijacking (quando un sito internet viene violato e parte o tutti i suoi contenuti vengono sostituiti da altri), vediamoli.

  • Attacchi DDoS (Distributed Denial-of-Service): ovvero al sito web vengono mandate migliaia e migliaia di richieste in contemporanea per portarlo all’interruzione del servizio, ad andare down e quindi a diventare NON raggiungibile o lentissimo per periodi di tempo prolungati.
  • Hijacking (il metodo più comune è sfruttando vulnerabilità note dei CMS andando ad iniettare direttamente sul Database tramite SQL injection codice malevolo oppure contenuti). Aggiungendo (all’insaputa ovviamente del proprietario e del webmaster) centinaia  di pagine fuori contesto (o peggio con contenuti legati a nicchie ai limiti della legalità), su tematiche borderline come adult, porno ecc. ecc. così da screditare l’intero sito web. L’argomento è lungo, magari dedicherò un post in futuro  a questi aspetti.
  • Hacking volto ad introdurre malware sul sito web così da farlo penalizzare da google sfruttando le vulnerabilità del CMS (specie quando si tratta di piattaforme open come WordPress, Joomla, Prestashop magari non aggiornate)
  • Violazione degli accessi FTP (protocollo che serve per trasferire su un server i files) così da introdurre script malevoli direttamente sul dominio

La duplicazione dei contenuti

Un’altra tecnica può essere quella di duplicare il contenuto di un sito web integralmente su altri siti internet in questo modo il motore di ricerca troverà tanti siti con contenuto duplicato.

Esistono metodi non molto complicati (a livello tecnico) per fare delle duplicazioni INTEGRALI di un sito web e addirittura per duplicare in tempo reale tutti i nuovi contenuti via via che vengono pubblicati sul sito internet bersaglio dell’attacco.

In questi casi avere una buona autorità (e anzianità di dominio) è sicuramente un elemento fondamentale per rendere vani questi attacchi (oltre ovviamente ad individuare la fonte e a contattarla direttamente).

La Negative reputation

La reputazione e il branding sono molto importanti anche per la SEO, un’altra tattica di negative seo può comportare:
recensioni negative, post negativi sui social, aumento del bounce rate in modo artificiale (la così detta frequenza di rimbalzo: un visitatore che arriva sulla pagina e va via immediatamente), diminuzione in modi artificiali dei tempi di presenza sulla pagina.

Come ci si difende dalla negative seo?

Ecco alcuni consigli SEMPRE UTILI per difendere il tuo sito internet ed evitare di perdere clienti e soldi.

Google search console è una importante risorsa per ogni seo e per ogni webmaster

Monitorare sempre da google search console ma anche tramite un tool seo, i backlink (per esempio tramite il tool SEO Majestic) così da capire quando un sito internet riceve link o anchor text “sospette”.

Monitorare il traffico e le posizioni sui risultati delle ricerche

Molto utile anche monitorare periodicamente le visite, la frequenza di rimbalzo, il tempo di permanenza sulla pagina, il posizionamento sulle serp. In modo da capire subito se c’è qualcosa che non va sul proprio sito.

A mio giudizio anzi, questa attività di monitoraggio dovrebbe sempre essere un elemento importante in una consulenza seo.

Contenuti di valore

I siti internet che nel tempo danno valore, ricevono traffico, offrono risposte ai bisogni degli utenti saranno più difficilmente attaccabili con la negative seo, perchè godono agli occhi di Google di una alta reputazione.

Link di qualità (link earning)

Avere backlink di alta qualità da fonti auterevoli con ottimi contenuti protegge il nostro sito web dalla negative SEO.

E’ naturale che Google considererà in maniera diversa se i link tossici sono fatti contro un sito che ha molte menzioni e link da fonti autorevoli, rispetto ad un sito internet che non ne ha. Per un approfondimento su SEO e link ti rimando a questo post: Link building o link earning?

Net Reputation

Rafforzare la propria reputazione sulla rete, rafforzando le “menzioni” su fonti autorevoli, su forum, presidiare i social network, presidiare le recensioni, fare in modo che la rete parli di noi in maniera positiva.

Aggiornare sempre i vostri siti web e CMS

Fondamentale quando si usa un CMS (come WordPress o Joomla ad esempio) tenerlo sempre aggiornato per evitare attacchi e magari dotarsi di plugin per la sicurezza (per esempio Wordfence solo per fare il primo nome che mi viene in mente per chi utilizza WordPress)

Black SEO e negative SEO

Un seo black hat, detta in due parole, è un SEO che NON segue le “best practices” per i webmaster di google ed anzi utilizza degli “stratagemmi” più o meno spinti per ottenere dei vantaggi lato posizionamento sui motori di ricerca (per esempio costruendo un profilo di link artificiale, magari automatizzando la creazione di link e contenuti).

Negative SEO e black hat sono quindi argomenti correlati, ne parliamo con Lorenz Crood (autore di una guida introduttiva alla black hat seo)  in questa breve ma molto interessante intervista.

1) Qual’è la tua idea riguardo al mondo della SEO, davvero siamo “classificabili” e divisibili in White Hat e Black Hat?

No affatto, come in tutte le cose anche nel nostro settore prevalgono le sfumature. Di White Hat senza macchia ne esistono pochissimi, poichè qualsiasi SEO faccia link building è considerato automaticamente Grey Hat. E di Black Hat “puri” ne esistono ancora di meno, poichè una strategia basata sull’affossare i concorrenti con la Negative SEO o fare SPAM ovunque non funzionerà mai.

La verità è che il 99% dei SEO sono Grey Hat. C’è chi preferisce non usare le PBN (un insieme di blog creato al solo fine di ottenere dei backlink che sembrino naturali, mentre per google i link DEVONO essere naturali e spontanei e non costruiti), chi fa solo guest posting, chi fa solo SEO On-Page. Chi adotta strategia diverse in base alla situazione, al cliente, al sito.

Personalmente rientro in questa ultima categoria: sono molto flessibile, mi faccio chiamare “SEO Money Hat” proprio perchè ciò che conta per me è lo scopo, sia che stia lavorando per dei clienti che sul mio blog.

Ovviamente bisogna cercare di spiegare al cliente come stanno le cose, vedo spessissimo Web Agency che dicono di applicare solo tecniche White Hat per rassicurare i clienti che loro sono “buoni” e poi vedo tramite tools come Ahrefs che ci sono link fatti con tool automatici come Scrapebox. Ridicolo 😀

E pensare che mi è capitato molte volte che un mio lettore chiedesse specificatamente che servizi Black Hat offrissi!

2) Secondo te quanto le tecniche di black SEO possono essere efficaci nel lungo periodo?

Era il 2014 quando Google annunciò che avrebbe incominciato a penalizzare quei siti che usano le PBN. Eppure nulla è cambiato fino ad oggi. E son passati 3 anni.

Poi ovviamente dipende da che tecnica si tratta. Ora per esempio non funzionano più così bene tools automatici come GSA, Senuke o Scrapebox (non per il Tier 1, perlomeno).

Il comment spamming a volte viene penalizzato, a volte no. Dipende dalla nicchia, ma non sì è capito bene il motivo. Probabilmente l’algoritmo di Google non è ancora in grado di distinguere bene tra un commento vero e uno generato automaticamente, anche se non penso manchi molto prima che venga affinato.

Un’altra variabile è il contenuto che si cerca di posizionare. Se esso è buono è molto più difficile che il nostro sito venga penalizzato se usiamo tecniche non accettate da Google.

Se si tratta di qualche parola messa lì a caso, generata con qualche tool di spinning, allora tutte le tecniche di SPAM saranno vane.

3) So che non hai la palla di vetro, ma secondo te davvero è possibile fare SEO senza fare link building? Visto che, già “facendo” link building il divario tra “white” e “black” a mio giudizio si assottiglia molto…..
Sì, è possibile. Sul mio blog e su alcuni siti che ho gestito in passato ho incominciato pubblicando solo buoni contenuti per gli utenti. Non mi sono preoccupato troppo dei link esterni, quanto di quelli interni (sottovalutati da tutti).

Son riuscito a posizionare bene praticamente ogni singola pagina che avevo scritto “solo” con la SEO On-Page.

Successivamente ho incominciato a fare guest posting e a ricevere i miei primi link spontanei, allora son riuscito a posizionarmi anche per le keyword più difficili, ma quello è venuto dopo.

Per cui sì, penso che sia possibile già adesso.

Un esempio? Il mio blog di SEO. A parte i link dei commenti sui vari blog non ho proprio molti links, se non quelli dei profili social. Eppure (quasi) ogni singola pagina è posizionata in prima pagina.

4) So che non puoi avere la palla di vetro (parte seconda) ma per la tua esperienza, quanto è davvero in grado oggi (nel 2017) Google di percepire un contenuto originale scritto da un redattore “umano” e un contenuto per esempio frutto di un software di spin o di traduzione automatica?
Solo in alcune nicchie poco sviluppate dal punto di vista dei contenuti questi tipi di tools riescono ancora a sopravvivere. Per esempio nel settore dello streaming o dell’adult.

Conclusioni: conoscere la negative seo per evitarla e prevenirla

Una attività SEO ben fatta può contribuire a prevenire una attività di negative SEO attraverso:

  • Monitoraggio: tenendo d’occhio le Google analytics, google search console, e la “salute” del sito web tramite strumenti SEO professionali come: SEMRush, SEOZoom, Majestic per citare i tre che utilizziamo in agenzia. Ma anche Monitorbacklinks è un ottimo strumento per controllare la qualità dei link in entrata.
  • CMS sempre aggiornati: non affidare il sito web al Cugino di turno,  alla lunga potresti pagare a carissimo prezzo questa scelta, anzi se hai il sospetto di essere caduto nella rete di un “cugino” contattami!
  • Hosting di qualità: affidarsi ad hosting professionali
  • Contenuti pensati sempre per l’utente (e non per l’ego di chi li produce) e quindi ben fatti e che danno reale valore (per citare Robin Good)
  • Link: ottenere link è fondamentale per la seo, non mi nascondo dietro un dito, ma è importante come viene fatto, NON cercare mai scorciatoie.
    Non linkare “a caso” e anche in questo caso non affidarti al cugino di turno 🙂
    La seo deve dare VALORE ed essere fatta sempre mettendo al centro l’utente e il suo “bisogno“. L’obiettivo dovrebbe sempre essere quello di avere ottimi contenuti  a livello marketing così da ottenere, o provare ad ottenere, un profilo link pulito e naturale.
  • Fare brand: più il vostro brand è forte ed autorevole sulla rete meno sarà attaccabile.
  • Niente fretta…. ogni imprenditore giustamente vuole ottenere risultati.
    Parliamoci chiaro, un sito commerciale (in qualsiasi settore operi) deve portare utile e far guadagnare l’azienda altrimenti, inutile averlo fatto!
    Detto questo, in particolare nella seo, ma anche nel marketing, non cercare MAI scorciatoie! Solo lavorando duramente ed impiegando risorse si ottengono risultati, le scorciatoie non esistono!

Un pò datato (video del 2012, ma che continuo a mostrare ai corsi) questo un video direttamente da Google sulla negative SEO, di cui comunque, consiglio la visione anche oggi:

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CONTATTAMI!, o se preferisci, scrivimi una mail: pini@koris.com

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